Qual è il tuo primo pensiero quando si parla di siesta? Dormire? O anche tu pensi a un uomo messicano dotato di baffi e poncho che dorme con un sombrero colorato in testa? Non sei l’unico a sbagliare! Ecco qui tutto ciò che hai sempre voluto sapere sulla siesta.
Sfatiamo il primo mito: sombrero in lingua spagnola significa semplicemente … cappello! La parola deriva da ‘sombra’, che significa proprio ‘ombra’. Chiaro no? Il cappello ripara dal sole e mantiene la testa all’ombra. Il cappello a cui pensiamo noi è quello colorato, realizzato in paglia, e con la tesa particolarmente ampia. In perfetto stile messicano, e di solito immaginiamo che l’uomo messicano si ripari dal sole sotto al sombrero per fare la siesta. Giusto? Non esattamente.
La parola ‘siesta’ non rappresenta un’abitudine solo messicana! La siesta, infatti, è il riposo diurno tradizionale della Spagna. Grazie all’influenza spagnola questa abitudine si è diffusa in molti Paesi dell'America Latina, Messico compreso.
Il riposino più famoso del mondo si è diffuso in questi Paesi per svariate ragioni: prima tra tutte a causa delle alte temperature dei Paesi in cui si è diffuso, combinata al cibo ‘pesante’ che viene consumato a mezzogiorno. Questi sono i due fattori che più di ogni altra cosa creano un’incredibile voglia di dormire dopo pranzo. L’origine stessa della parola lo suggerisce: il termine siesta deriva dal latino sixta, che significa sesta ora del giorno, che per i Romani indicava proprio l’ora di mezzogiorno. La siesta indica quindi il riposo che segue il pasto di mezzogiorno.
Come dicevano, la siesta è un’abitudine di origine spagnola e proprio la Spagna sarebbe un Paese perfetto per ogni dormiglione, dato che è consentita anche in ufficio a oltre il 20% dei lavoratori, che beneficiano ancora oggi di una pausa pranzo che dura circa 2 ore per recuperare le energie e lavorare meglio nel pomeriggio. Ci sono comunque delle “regole” da rispettare, e valide in ogni parte del mondo, per un sonnellino davvero perfetto. Non bisognerebbe mai dormire più di 80 minuti durante la siesta, per non rovinare il sonno notturno. Per il restante tempo a disposizione, è molto meglio leggere un buon libro o ascoltare musica. Sembra che 30 minuti siano il tempo ideale per ricaricare le batterie, non esiste tuttavia uno standard e per qualcuno e sufficiente chiudere gli occhi pochi minuti per tornare pienamente attivo!
Ricordiamoci che dormire, oltre che una necessità, è un piacere che accomuna tutti gli abitanti del mondo, e la pratica della siesta viene rispettata anche in molti altri Paesi tra cui Cina, Taiwan, Filippine, India, Grecia e molti altri ancora.
Per quanto riguarda la posizione, inutile dire che è necessario essere comodi. Non è però sempre possibile sdraiarsi, e c’è chi addirittura preferisce stare seduto e appoggiare la testa sulle mani. Un po’ come avviene in viaggio. Ne sapete qualcosa?